Primo ottobre 1561
IL Sacro Militare Ordine di S.Stefano
viene istituito da Cosimo I dei Medici Granduca di Toscana.
Lo scopo principale era costituire una flotta navale e da sbarco, per la difesa delle coste e dei territori toscani ed in generale italici, dai pirati barbareschi, turchi, mori e quindi dall’Islam.
“..ad Dei laudem et gloriam ac fidei Catholicae defensionem marisque Mediterranei ab infedelibus custodiam et tuitionem…” .
Il papa Pio IV con la solenne Bolla "His, quae Pro Religionis Propagatione" del 1 febbraio 1562 ne decretò la costituzione "perpetuo erigimus ac instituimus" e ne approvò lo statuto "statuimus ac ordinamus".
L’Ordine fu successivamente consacrato, il 15 marzo 1562 nella Primaziale di Pisa, dal nunzio apostolico monsignor Cornaro.Inizialmente la sede doveva essere a Cosmopoli, l'attuale Portoferraio all'Isola d'Elba. Per questioni logistiche gli venne preferita Pisa ed il porto di Livorno per la flotta.
L’ordine fu intitolato a S. Stefano papa e martire (254-257 d.c.) e fu posto sotto la regola benedettina, la scelta di questo santo è riconducibile al fatto che, il due agosto, ricorrenza della sua festa, Cosimo I ottenne due importanti vittorie a Montemurlo nel 1537 (contro gli Strozzi) e a Scannagallo nel 1554 contro i senesi.
Le principali cariche dell’ordine erano e il Gran Maestro, che era il granduca, i dodici cavalieri del consiglio supremo, il commendatore maggiore, alter ego del duca, il gran contestabile che comandava le truppe da sbarco e gli assalti, l’ammiraglio generale delle galere che era il comandante della flotta e la conduceva in battaglia, il grande ospitaliere e il priore conventuale.L’ordine comprendeva tre specie di cavalieri: i militi, gli ecclesiastici e serventi.L’accesso all’ordine era altamente selettivo ed elitario, occorreva inviare una “supplica” al Gran Maestro e superare un processo di nobiltà, con tanto di notaio e cavalieri in qualità di testimoni. Il supplicante, ossia l’aspirante cavaliere, doveva documentare la nascita da genitori uniti da giuste nozze ed in luoghi riconosciuti come città nobili, avere più di 17 anni, l’appartenenza di tutti e quattro gli avi al ceto nobile, avere un patrimonio consistente, non essere stato condannato a pene detentive ed avere sempre avuto, avi compresi, una condotta esemplare. Costituivano titoli di merito le cariche onorifiche e pubbliche, sue proprie e della famiglia.
Una volta superato il processo si procedeva alla vestizione del neocavaliere, il dignitario incaricato dall’ordine si recava nella chiesa scelta per la cerimonia, gli “percuoteva l’un e l’altra spalla” e gli consegnava l’insegna, un altro cavaliere gli offriva la spada ed altri due gli sproni dorati a simboleggiare che l’abito militare doveva essere suo per sempre, fino alle esequie, dopodiché veniva tagliato da due cavalieri. I cavalieri dovevano professare tre voti: la carità, la fedeltà coniugale e l’ubbidienza ai superiori. Dovevano sottoporsi ad una rigida disciplina ed ad un duro addestramento, in quanto si dovevano comportare da valorosi a costo di sacrificare la loro stessa vita.
Le campagne militari videro l'Ordine schierato a fianco della Spagna contro gli ottomani, con la difesa di Malta (1565).
Partecipò con la Lega Santa alla battaglia di Lepanto (1571) con dodici galee sotto le insegne papali.
Contribuì alla presa di Bona in Algeria e, dopo il riconoscimento delle capacità militaresche, l'Ordine fu impiegato contro turchi e barbareschi lungo le coste del Mediterraneo.
Risalgono a questo periodo una serie di incursioni sulle isole del mar Egeo, tenute dai turchi, le campagne in Dalmazia e Negroponte e la guerra di Corfù.
In seguito Ferdinando III di Lorena riorganizzò l’Ordine dando la prevalenza alla diplomazia ed agli accordi commerciali piuttosto che alle azioni militari, queste vennero limitate alla difesa della costa. Risale, comunque, a questo periodo un aiuto ai veneziani contro gli ottomani.
Nel 1809 l’Ordine fu soppresso dal governo napoleonico e ripristinato nel 1817.
Fu nuovamente soppresso nel 1859 da Bettino Ricasoli, presidente del consiglio dei ministri del regno d’Italia.
Tuttavia questa soppressione non fu accettata dalla dinastia dei Lorena in quanto, trattandosi di un ordine religioso consacrato dal papato, solo il papa poteva scioglierlo.
Interessantissimo: lo dico ancor prima di leggerlo. Quella data, 1561, è pertinente col periodo storico che sto studiando, per la stesura della seconda parte del mio Marco d'Aviano.
RispondiElimina1561: dieci anni dopo, nel 1571, avvenivano quei fatti storici che non mi hanno fatto invidiare coloro che sono vissuti in quell'epoca, per colpa dei turchi-ottomani.
7 ottobre 1571 (Lepanto), luglio/settembre 1571 (Famagosta-Cipro), eventi che non si dovrebbero dimenticare; al contrario, si dovrebbero far studiare adeguatamente nelle scuole.
Curiosità: le cattedrali di Vienna e
di Buda, ai tempi di Marco d'Aviano erano intitolate a santo Stefano.
Ora vado a leggerti.
Ciao.
Ho letto attentamente lo statuto e le sue rigide regole. Sarebbe un onore fregiarsi di amici aventi avi appartenuti a quell'Ordine!
RispondiEliminaMarshall
RispondiEliminapurtroppo oggi i soliti pseudostorici sx e certi ambienti cattokomunisti tendono a sorvolare su queste imprese di difesa della ns. civiltà dall'islam o addirittura a negarle. E pensare che se oggi sono ancora liberi,lo devono anche ai Cavalieri di s.Stefano
ciao
Marcello
Marshall
RispondiEliminanella seconda parte vorrei inserire proprio l'investitura di un cavaliere di una nota famiglia aretina....che ho trovato su un libro che riporta tutte le investiture dei cavalieri di S.Stefano provenienti da quella città.
In effetti nel libro è documentato che furono 11 col cognome di questa famiglia e non 9 come risultava dalle mie carte. Inoltre sono 18 quelli che pur non portando il cognome sono tuttavia parenti stretti (affini),cioè figli e nipoti da parte femminile.
ciao a presto