domenica 7 febbraio 2010

LE FOIBE ED IL PROGRAMMA DI STERMINIO DEGLI ITALIANI

La figura di Vasa Cubrilovic e dei suoi due manuali di puliza etnica dimostra in modo inconfutabile l’erroneità delle tesi di chi, ancora oggi, nega, minimizza o giustifica il genocidio italiano in Venezia Giulia e Dalmazia, compiuto dai comunisti di Tito.
Infatti, i piani operativi stesi dal Cubrilovic, altissimo personaggio del regime socialista jugoslavo ed amico personale di Tito, provano ulteriormente come la Jugoslavia avesse programmato con largo anticipo un’operazione di “ingegneria etnica” in Venezia Giulia, oltre che in altre regioni allogene su cui aveva delle mire.
Nel 1936, quindi anteriormente alla guerra mondiale ed alla salita al potere di Tito, il Cubrilovic aveva redatto un testo chiamato Iscljavanje Arnauta, cioè Piano di allontanamento degli albanesi, nel quale suggeriva una serie di misure per estirpate gli odiati “Arnauti”, appunto gli Albanesi, dal Kosovo. (sui fortissimi contrasti interni alla Jugoslavia monarchica cfr. ad esempio Jacob Hoptner, “Yugoslavia in Crisis, 1934-1941”, New York 1962, nel quale si documenta la realtà di un sistema statale essenzialemente serbocentrico dilaniato dagli opposti nazionalismi delle varie etnie facente parte della Jugoslavia. Sull’argomento dei nazionalismi jugoslavi è notevole, fra gli altri, lo studio di K. Boeckh, “Von den Balkankrieg zum Ersten Weltkrieg. Kleinstaatenpolitik und ethnische Selbsbestimmung auf dem Balkan”, München 1996). E’ degno di nota come, di fatto, il manuale Cubrilovic, opportunamente modificato a seconda delle esigenze del tempo, abbia poi trovato effettiva applicazione in terra kosovara ad opera di Milosevic nell’ultimo conflitto balcanico.
Il Cubrilovic indicava una serie di misure precise per scacciare gli “etnodiversi”:
1) leggi discriminatorie a loro danno, tali da indurli ad andarsene
2) Misure strettamente economiche: tassazioni, espropri, prestazioni lavorative forzose, ritiro delle licenze commerciali, licenziamenti di massa dei membri delle etnia “ostile”
3) Misure di ordine religioso: arresto o cacciata del clero, distruzione di edifici di culto e cimiteri, impedimenti frapposti al libero esercizio del culto ecc.
4) la costituzione di reparti para-militari di civili armati, tratti dall’etnia dominante ed inviati nella regione al fine di terrorizzare e vessare gli abitanti locali
5) il compimento di stragi, arresti e deportazioni di massa, al fine di creare una “psicosi dell’evacuazione” (questa è l’espressione adoperata dal Cubrilovic) ed indurre gli “etnodiversi” ad andarsene.
6) l’intera operazione doveva essere ben pianificata ed organizzata dall’alto, da parte del governo e dello stato maggiore, e con l’ausilio non solo dell’esercito e della polizia, ma persino di altri organismi, come, ad esempio, i sindacati.

Cubrilovic poi nel 1944 scrisse un suo secondo memorandum, che s’intitola “Il problema delle minoranze nella nuova Jugoslavia” [Manjinski problem u novoj Jugoslaviji]. Esso riprendeva la sostanza del piano del primo, mentre la differenza principale è che non era più rivolto verso gli Albanesi, bensì in direzione di tutte le minoranze non jugo-slave che sarebbero state incluse nei territori della nuova repubblica socialista.
Cubrilovic si espresse con la massima chiarezza riguardo agli Italiani della Dalmazia, dell’Istria, di Trieste e Gorizia, che andavano tutti cacciati, per conquistare anche etnicamente e non solo politicamente tali territori. Egli formulò proprio l’espressione di “conquista etnica”, mediante cacciata degli Italiani seguita da colonizzazione slava. Questo comunista serbo giunse a scrivere che la Jugoslavia era autorizzata dal “diritto del vincitore” ad obbligare l’Italia a riprendersi i suoi connazionali di Istria e Dalmazia.
Il Cubrilovic, passato dal nazionalismo serbo al comunismo titino, divenne ministro di Tito e suo amico personale, ed in tal modo potè essere dei maggiori artefici delle numerose operazioni di “pulizia etnica” compiuta dalla Jugoslavia comunista. Esse colpirono non solo la Venezia Giulia e la Dalmazia, cioè gli Italiani, ma anche la Carinzia (Tedeschi), il “triangolo ungherese” (Magiari), e la Dobruja (Bulgari).
Il ruolo di questo individuo in tali operazioni di pulizia etnica risulta provato da una serie di fattori decisivi.
-il ruolo di ministro;
-l’amicizia personale con Tito:
-la corrispondenza fra le istruzioni dei suoi manuali e la realtà concreta della pulizia etnica,
-infine, argomento davvero risolutivo, una documentazione d’archivio dello stato jugoslavo, oggi reperita, che riporta le sue direttive in merito alla cacciata di massa delle etnie non jugo-slave dai territori occupati dalla Jugoslavia.
L’esistenza del piano orchestrato da Cubrilovic, ben prima dell’inizio della seconda guerra mondiale, e destinato in origine ad essere applicato contro gli Albanesi, è un’ulteriore prova di come gli eventi del 1943-1945 in Venezia Giulia possano essere compresi unicamente quale una pulizia etnica orchestrata dall’alto, da Tito stesso, sulla base di un piano ben preciso.
Questa dittatura era assieme socialista e nazionalista, ed operò la sua repressione totalitaria in una duplice direzione: verso gli oppositori politici da una parte, verso le etnie “estranee” dall’altra. Si ebbe così una vera ecatombe di nemici ideologici, ed assieme la cacciata in massa di tutti coloro che non erano ritenuti jugo-slavi.

17 commenti:

  1. Ottimo post Marco,
    io purtroppo in quel tempo era a Pola.....

    La storia è molto lunga, bisogna retrocedere nei secoli fino al tempo dei romani o almeno a quelli della Serenissima. Tutti i territori citati appartenevano ad etnia italiana(kosovo escluso).
    Ai tempi del risorgimento e specificatamente sotto l'impero austro-ungarico, Francesco Giuseppe,"importò" dalle retrovie,in funzione antiitaliana, gente di origine slava, alla quale dette tutti gli incarichi amministrativi più importanti.Questi personaggi taglieggiarono gli abitanti della zona costiera in maggioranza di origine italiana ed istrorumena (anche questi ultimi erano in quelle zone dal tempo della repubblica Veneta almeno dal XIII secolo).
    Dopo la 1° GM e con l'avvento del fascismo,
    la situazione si capovolse e agli italiani furono riassegnati i loro diritti e proprietà e agli istrorumeni fu concesso lo status di minoranza da proteggere e con larga autonomia culturale.

    Certamente gli jugoslavi, hanno sempre pensato ad una rivincita e la 2°GM gliene dette occasione.
    Ed è in questo periodo che viene scritta una pagina di storia infame, che per anni è stata ben tenuta nascosta, col solito sx metodo del negazionismo.
    Buona parte degli eccidi di italiani accaduti in Istria, porta la firma di "italiani"o meglio di komunisti italiani, non dimentichiamo che il cosidetto "migliore" era il referente di Stalin per questa zona, con il preciso ordine di far conquistare agli jugoslavi quanta più terra italiana possibile,alla faccia degli accordi di Yalta.
    Molti ordini di massacri,spesso mirati su certi gruppi di persone, venivano proprio dalla dirigenza komunista, tant'è vero che fecero massacrare anche i partigiani italiani non comunisti che non condividevano di cedere i territori orientali a Tito.

    Questa è la fulgida storia della resistenza la l'alba radiosa del nuovo risorgmento!!!!
    Ciao Marcello

    RispondiElimina
  2. Concordo pienamente su quanto hai scritto, caro Marcello.
    Già Francesco Giuseppe compì una gigantesca pulizia etnica ai danni degli Italiani in Dalmazia, Venezia Giulia ed Alto Adige.
    Fece questo in combutta coi nazionalisti slavi, e con il preciso intento di slavizzare le terre orientali, essendo sloveni e croati, di gran lunga più poveri economicamente e culturalmente degli italiani, assai più manipolabili dal governo centrale austriaco.
    Vi sarebbe moltissimo da aggiungere!
    Ciao Marco

    RispondiElimina
  3. Marco
    Si, ci sarebbe molto da scrivere,ma temo che, con la scomparsa della mia generazione, tutto cadrà nell'oblio.
    ciao

    RispondiElimina
  4. Marco,
    mi associo ai complimenti di Marcello. Entrambi avete compilato un bel catalogo di efferratezze e atrocità; quanto basta a far seppellire per sempre il concetto espresso dai comunisti sulla loro superiorità morale rispetto alle destre.
    Marsh

    RispondiElimina
  5. Caro Marcello,
    purtroppo le terre orientali d'Italia, l'Istria, Fiume, la Dalmazia, sono perdute per sempre dopo la loro invasione da parte di barbari animati dall'odio.
    Almeno per la loro memoria esiste speranza che possa essere conservata. Esistono certo negazionisti e nostalgici di Francesco Giuseppe e di Tito (per me, questi due si equivalgono; entrambi sterminatori di Italiani), ma la verità storica rimane.
    Ciao
    Marco

    RispondiElimina
  6. Caro signor Marshall,
    grazie dell'apprezzamento.
    La superiorità morale del comunismo è chimerica quanto quella della suo modello di società sugli altri. E' semmai vero l'opposto, in ambedue i casi.
    L'elenco di personaggi italiani d'alto calibro che cooperò con Tito nell'invasione è impressionante, e comprende nomi di persone poi divenute ABUSIVAMENTE dei "padri della Patria", e che compaiono ancora oggi su piazze, vie, scuole, riverite e celebrate da giornali e libri.
    Con buona pace della loro presunta superiorità etica.

    RispondiElimina
  7. Marco,
    il "signor" che mi dai, mi fa sentire più vecchio; mentre invece, a parte l' "acciacco" di cui soffro, e che Marcello mi ha dato segno di conoscere, mi sento lo spirito d'un giovincello. Inoltre, mi fa sentire in imbarazzo perchè non so se in futuro ti potrò ancora del "tu". E questo anche perchè, da quanto scrivi, dimostri di saperla assai lunga su tali argomenti. Tanto che, come minimo, ti stimo per essere un docente universitario, cui è d'obbligo quindi dare del Lei.
    Quel riferimento ai "cosiddetti padri della patria", è conturbante, e getta ombre e sospetti anche su personaggi finora per me insospettabili da quel punto di vista. Avanti, quindi, con questi scoop su Foibe, stermini di massa pianificati e quantaltro. Così da mantenere viva la memoria, che Marcello teme si perda dopo la sua (nostra) dipartita.

    RispondiElimina
  8. Marshall
    uno dei "cosiddetti" padri della patria è De Gasperi,che oltre a svendere le regioni orientali, ha svenduto anche l'alto adige...
    Speriamo che non nascano più simili padri della Patria.
    E lo vogliono anche fare beato!!!
    ciao

    RispondiElimina
  9. Marco
    La verità storica?
    Quale verità rimarrà? Quella di chi ha vissuto sulla propria pelle quel periodo, o quella fatta tavolino da storici fasulli come una moneta da 3 euro?
    ciao

    RispondiElimina
  10. Caro Marshall,
    chiedo scusa, il mio "lei" voleva essere in segno di rispetto, non per mantenere le distanze. Diamoci pure del tu.
    Il riferimento che ho fatto è stato intenzionalmente ambiguo, perché, con la legislazione italiana in materia, non vorrei prendermi una denuncia: è difficile, ma può anche accadere.
    Magari scrivo qualcosa per bene sull'argomento, poi lo inserisco. Uno dei presunti "padri della Patria" che ebbero strettissimi rapporti con Tito fu Sandro Pertini: uno dei capi del CLN, di fatto il numero 2 subito dopo Luigi Longo (Cadorna non contava nulla), poi divenuto presidente della Repubblica.
    In quanto a De Gasperi, ha ragione Marcello. Il suo comportamento fu almeno incerto e debole.
    Ciao
    Marco

    RispondiElimina
  11. Caro Marcello,
    certo non è la stessa cosa la memoria di chi ha vissuto direttamente dati eventi e quella ricostruita in maniera mistificatoria da pseudo-storici ideologizzati e mentitori.
    Per fortuna, almeno in Italia si è scritto di più sulle Foibe e l'Esodo negli ultimi 15 anni di quanto si sia fatto nei precedenti 50.
    Molti resoconti e narrazioni dei profughi sono stati trascritti e così salvati.
    Quel che più mi preoccupa non è però soltanto la memoria della cacciata di massa e del genocidio, quanto la scomparsa della cultura tradizionale italiana dell'Istria e della Dalmazia. Essa sì è affidata ormai soltanto ai profughi, ma scomparsa tale generazione, che cosa ne resterà?

    (De Gasperi è quello che secondo Guareschi scriveva lettere ai comandi militari americani invitandoli a bombardare Roma... Santo subito!)
    Ciao
    Marco

    RispondiElimina
  12. Marco
    Pertini, di cui ovviamente non condivido alcunchè,ha almeno il merito della coerenza, contrariamente alla quasi totalità dei suoi kompagni di merende,divenuti antifascisti alcuni,dopo il 25 luglio,gli altri,per essere più sicuri hanno atteso l'8 settembre.....
    Ma la maggior parte sono scesi dalle soffitte, usciti dalle cantine, dalle sagrestie e dal Vaticano(vedi Nenni)solo dopo che le truppe americane avevano conquistato quel territorio ed ancora molti, veri simboli di coraggio,dopo il 25 aprile del '45.
    E tanto più tardi diventarono antifascisti, tante più patacche al "valore" resistenziale si appuntarono sul petto.
    ciao

    RispondiElimina
  13. A Marcello,
    e indirettamente a Marco, così en passant.
    Quel personaggio del mio post "che si però non ha mai lavorato, non ha mai fatto niente" è "nascosto" tra i personaggi indicati nei commenti.
    Di più non si può dire.
    Ciao a tutti.
    Marsh

    RispondiElimina
  14. Cari amici,
    un'ultima noterella. Secondo lo storico Marco Pirina, che ha ritrovato documenti d'archivio al riguardo, la cessione delle terre orientali fu decisa dai vertici stessi del CLN: Pertini, Longo, Leo Valiani, Ernesto Rossi...
    Tutti ritenuto "padri della Patria".
    Non mi pronuncio in proposito, anche percché non posso affermarlo con certezza. Mi limito a riportare l'opinione di uno studioso che, ripeto, sostiene d'aver ritrovato documento archiviistici, italiani e slavi.
    Arrivederci a tutti!
    Marco

    RispondiElimina
  15. Marco
    se ritieni che Pirina pubblichi un libro o un articolo, su questo argomento e se te ne capita l'occasione fammelo sapere.
    ciao
    Marcello

    RispondiElimina
  16. aquaeductus, ti ho mandato un articolo.

    Ciao.

    Luchy.

    RispondiElimina
  17. Caro Marcello,
    Pirina dei libri li ha pubblicati, ma non saprei dirti con esattezza in quali compaia quanto ti ho detto.
    Oggi dovrei passare in diverse biblioteche: se troverò qualcosa, ti farò sapere.
    Ciao
    Marco

    RispondiElimina